mercoledì 6 febbraio 2013

Formazione, arriva un altro terremoto. Trentacinque enti messi in mora: "Restituite i soldi". Al Cefop chiesti un milione e 500.000 euro

La Procura regionale della Corte dei conti cita in giudizio sette persone, fra ex assessori e dirigenti, e contemporaneamente il dipartimento della Formazione batte cassa. Dagli uffici di via Ausonia sono partiti trentacinque atti stragiudiziali di diffida e messa in mora per altrettanti enti. Dovranno restituire oltre sette milioni di euro di integrazioni che hanno ricevuto per organizzare i corsi tra il 2007 e il 2009. Soldi a cui la stragrande maggioranza degli enti non ha alcuna intenzione di rinunciare, visto che non ha ricevuto alcuna contestazione dagli organi di controllo. Questo significa che si aprirà un inevitabile contenzioso con la Regione. Non è cosa da poco, visto che con la restituzione delle somme verrebbe meno l'ipotesi di danno erariale e cadrebbe l'intero processo davanti alla Corte dei conti.

La magistratura contabile ha citato in giudizio Patrizia Monterosso, oggi segretario generale di Palazzo d'Orleans ed ex dirigente generale alla Formazione (le viene contestato un presunto danno erariale da un milione e 270 mila euro); gli ex assessori al lavoro Carmelo Incardona (830 mila euro), Santi Formica (386 mila euro) e Luigi Gentile (224 mila euro); l'ex presidente della Regione, Raffaele Lombardo, che per un periodo mantenne la delega alla Formazione (224 mila euro); Alessandra Russo, ex dirigente del Dipartimento (386 mila euro) e l'ex dirigente del servizio gestione, Antonino Emanuele (265 mila euro).

Sono tutti indagati per le integrazioni concesse dalla Regione agli enti di formazione professionale. Un metodo, quelle delle integrazioni, che è già costato la condanna all'ex assessore Mario Centorrino e che secondo i pm contabili “avrebbe consentito all'ente di scaricare sull'erario regionale i propri costi di impresa”. L'inchiesta riguarda i Prof, i Piani regionali dell'offerta formativa, varati tra il 2007 e il 2009. Gli atti di messa in mora firmati il 25 gennaio scorso dal capo del Dipartimento, Anna Rosa Corsello, da un lato “certificano” il pagamento delle integrazioni che oggi vengono contestate dalla Procura contabile. Dall'altro, però, qualora i soldi venissero restituiti potrebbe venire meno il danno erariale e con esso la contestazione mossa ad ex assessori e dirigenti. Il condizionale è più che mai d'obbligo visto che gli enti, non avendo alcuna responsabilità nella vicenda, annunciano battaglia legale.

Intanto in trentacinque hanno ricevuto la messa in mora e devono restituire i soldi. Da poche decine di migliaia di euro a cifre ben più cospicue. 
Eccoli: Anfe (oltre due milioni di euro), C&B (45 mila euro), Ecap (28 mila euro), Ecap Agrigento (129 mila euro), Politea (19 mila euro), Anfe Siracusa (11 mila), Ecap Caltanissetta (5 mila), Cirs Onlus Messina (6 mila e 800), Eris Catania (7 mila e 500), Asaform (6 mila), Noè Patti (2 mila e 100), Enaip Palermo (38 mila), Cormorano (38 mila), Cefop (un milione e 500 mila euro), Enfaga Palermo (143 mila), Aegee Palermo (mille e 700), Ciofs Catania (205 mila), Cesifop Palermo (81 mila), Mac Siracusa (45 mila), Ecoform Palermo (58 mila), Anfe Catania (111 mila), Enaip Agrigento (4 mila e 800), Cas Onlus (37 mila), Geoinformatica Caltanissetta (9 mila), Elaborando Catania (81 mila), Ial Cisl Palermo (372 mila), Aram Messina (un milione di euro), Nuovo Caimano Borgetto (33 mila), Endo Fap Palermo (12 mila), San Pancazio (6 mila e 400), Interefop Palermo (63 mila), Mathesis Palermo (5 mila e 500), Iraps Onlus Catania ( 75 mila), Isstref Trapani (52 mila), Iripa Sicilia (21 mila).

Resta da valutare cosa potrebbe accadere agli enti nei prossimi giorni. Un'eventuale posizione “debitoria” nei confronti del Dipartimento e l'apertura dell'istruttoria per recuperare le somme impedirebbe loro di incassare la trance dei pagamenti dell'Avviso 20 previsti nei prossimi giorni? Senza contare che la vicenda potrebbe fare da apripista per battere cassa con altre centinaia di enti. L'inchiesta della magistratura contabile, infatti, riguarda un'ipotesi di danno erariale che supera i trenta milioni di euro.

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