martedì 19 marzo 2013

Passa la riforma del governo: Province addio. La maggioranza è più forte del voto segreto

Approvato il maxi-emendamento della maggioranza, concordato col governo, col quale è stato riscritto il testo sulle Province. Adesso manca solo il voto finale, previsto per domani: ma dovrebbe essere una formalità. Quindi, le Province saranno un ricordo. Scongiurate le elezioni a fine maggio.

20.14 Approvato il maxi-emendamento della maggioranza, concordato col governo, col quale è stato riscritto il testo della Provincia. Adesso manca solo il voto finale: se anche quello sarà positivo, le Province saranno un ricordo. Niente elezioni a fine maggio.

20.05 Bocciato il suemendamento presentato dal deputato del Pd Alloro, col quale si proponeva di "salvare" l'elezione degli organi delle PRovince.

19.52 Salvino Caputo (Pdl): "Stiamo dando in sacrificio l'abolizione delle Province a una forza politica certamente preziosa per una maggioranza risicata. E' un delitto nei confronti della Sicilia. Compiuto anche da un presidente della Regione che parla troppo in televesione, e pensa molto meno ai bisogni della Sicilia".

19.40 Mario Alloro (Pd): "Sono un uomo di partito, e finora ho votato insieme al resto della maggioranza. Ma non potrò votare a favore dell'emendamento condiviso dai partiti che sostengono il governo, perché ritengo che questa legge abbia bisogno di una discussione più ampia e approfondita".

19.35 Replica del presidente della Regione Rosario Crocetta: "Noi avevamo posto come termine quello di sei mesi. Ma in conferenza dei capigruppo è stato chiesto di allungare quel termine. Ma il governo ha l'intenzione di approvare la riforma ben prima del 31 dicembre".

19.33 Mimmo Turano (Udc): "Parliamo informalmente della riforma delle Province da almeno quattro mesi. Perché servono altri nove mesi, perché prevedere il limite del 31 dicembre per riformare le Province in Consorzi? Non mi sembra un tempo congruo. Si rischia di non riuscire a votare quella riforma perché impegnati, in quei giorni, all'approvazione del bilancio. Sarebbe il caso di anticipare quel termine entro il prossimo luglio".

19.28 E' ripresa la seduta d'Aula. Il presidente Ardizzone ha definito irricevibili una serie di sub-emendamenti. Adesso si passerà al maxi-emendamento di governo e maggioranza.

19.19 Il presidente Ardizzone sospende l'Aula per tre minuti. Dopo, si passerà al maxi emendamento allestito dai partiti della maggioranza insieme al governo.

19.14 La riforma supera anche lo scoglio di altri emendamenti dell'opposizione. Nonostante il voto segreto, la maggioranza resta compatta.

19.05 Al voto un altro emendamento dell'opposizione col quale il centrodestra propone di nominare, come commissari, i presidenti di Provincia in scadenza. Ardizzone: "E' al limite della incostituzionalità, visto che decideremmo di prorogare il mandato di presidenti oltre i cinque anni previsti dalla legge".

19.00 Respinto anche l'emendamento dell'opposizione che puntava a riscrivere la norma.

18.56 Crocetta risponde a Cordaro e alle opposizioni: "Siamo contrari al vostro emendamento. Si tratta di un emendamento-truffa. Noi avevamo già cercato il confronto con le forze politiche. Ma il vostro emendamento modifica la volontà emersa già in occasione della prima votazione".

18.52 Si passa al voto degli emendamenti di riscrittura della legge. Correzioni alla norma che riguardano la riduzione del numero dei consigli e dei compensi. Cordaro: "Fermiamoci un attimo, incontriamoci e cerchiamo una mediazione tra le varie forze politiche".

18.50 Bocciato l'emendamento soppressivo: 50 i voti contrari all'emendamento di soppressione della norma, 29 i voti a favore della bocciatura.

18.48 Richiesto il voto segreto.

18.45 Inizia il voto sul ddl Province. I primi tre emendamenti sono di carattere soppressivo.

18.35 D'Asero (Pdl): "Una norma che cavalca il populismo, ma non dà risposte concrete e reali alle giuste richieste dei cittadini. E finirà per sostituire le nove province con oltre trenta consorzi". Pogliese (Pdl): "Un ddl demagogico, frutto degli annunci televisivi del governatore. Questa riforma creerà un caos organizzativo senza precedenti. Ci siamo dimenticati cosa è successo con l'istituzione degli Ato rifiuti? Altro che risparmi...".

18.10 Il presidente della Regione Rosario Crocetta: "Vogliono bocciare il ddl di riforma? Chi lo farà, si prenderà le proprie responsabilità. Ma sappia che non finirà lì. Scenderemo per strada e chiederemo ai cittadini, attraverso un referendum, se vogliono o meno abolire le Province". E' concreto, quindi, il rischio di franchi tiratori celati dietro il voto segreto. Sul punto, il governatore è sibillino: "Chi lo sa...".

17.50 Bernadette Grasso (Grande Sud): "Questo ddl non fa altro che cavalcare un senso diffuso di antipolitica, senza ottenere alcun vero vantaggio, o risparmio. E' un risparmio, infatti, togliere ai cittadini la possibilità di esprimersi attraverso il voto?"

17.45 Vincenzo Fontana (Pdl): "Con questa riforma stiamo solo restringendo spazi di democrazia, e stiamo puntando a un modello che ha già dimostrato di essere fallimentare, visto che per le Province si sta pensando a uno schema simile a quello degli Ato".

17.28 Salvatore Cascio (Cantiere popolare): "Ci stiamo arrovellando su una discussione che è frutto di uno stato confusionale. Che coinvolge, per primo, il nostro presidente della Regione. A febbraio Crocetta disse che voleva far tenere le elezioni amministrative ad aprile. Poi gli hanno fatto notare che non era conveniente, e le ha spostate a maggio. Poi, un bel giorno, Crocetta ha addirittura pensato di abolire le province. La confusione è totale".

17.21 Giorgio Assenza (Pdl): "Il governo, invece di pensare ai problemi veri della Sicilia, vuole solo annunciare urbi et orbi che si vuole cambiare tutto, per non cambiare nulla. L'articolo 114 della Costituzione dice che la Repubblica - e anche la Sicilia fa parte della Repubblica italiana - è composta da Regioni, Province e Comuni. Non credo quindi che la nostra Assemblea possa legiferare per l'abolizione. Quello che si vuole fare, tra l'altro, è solo una riforma di facciata: forse non vi piace il nome 'Provincia'. Ma voi non state abolendo nulla".

17.15 Francesco Scoma (Pdl): "Noi oggi pensiamo di abolire le Province, e andiamo verso un commissariamento che non sappiamo quanto ci costerà. E certamente i veri costi per il personale non è nelle Province, ma in altri enti locali. E i trasferimenti da parte della Regione verso le Province sono stati di gran lunga più scarsi di quelli destinati agli altri enti locali".

17.02 Toto Cordaro (Cantiere popolare) si rivolge al presidente Crocetta: "Presidente, abolire un ente intermedio è come se fosse una riforma costituzionale e non può essere imposta a colpi di maggioranza. Si fermi qui. GLi impegni presi all'Arena di Giletti non possono calpestare quest'Aula. Non ci costringa a utilizzare tutti gli strumenti per bloccare questa riforma, che lei vuole imporre in maniera arrogante".

17.00 Il presidente della Regione Rosario Crocetta è a Sala d'Ercole.

16.55 Sempre Formica: "Le province negli anni hanno contratto dei mutui per circa 292 milioni di euro, attualmente in linea col patto di stabilità. Ma, una volta sciolte le Province questi mutui andrebbero caricati sul patto di stabilità regionale, che è ormai al limite. Inoltre con questa riforma si sottrae al popolo il diritto di eleggere i propri rappresentanti, per darlo alla 'malapolitica'".

16.48 Formica (Lista Musumeci): "Il governo chiede la soppressione di un ente così importante senza tenere conto dei veri risparmi. Non ci sono state mostrate cifre, nè dati sugli effettivi tagli che si vogliono apportare. Questa è una norma illegittima e incostituzionale e determinerà la bancarotta della Sicilia".

16.30 E' iniziata la seduta all'Ars nella quale è prevista la discussione sulla riforma delle Province

Si contano gli emendamenti. Quelli “saltati”, in particolare, dopo il maxiemendamento preparato dalla maggioranza. Si contano i deputati. E soprattutto i possibili franchi tiratori, che si potrebbero nascondere nell'oscurità del voto segreto. Qualcuno, però, dimentica di contare i giorni. Quelli che mancano perché la riforma delle Province abbia un “senso”. E si traduca, così, in un immediato cambio di rotta. L'alternativa? È quella di partorire un enorme “bluff” istituzionale. Di palazzo. E oggi, dalle 16, si saprà qualcosa di più. Si potrà già intuire l'intenzione di Sala d'Ercole.

Già, perché la riforma delle Province intervenga già in vista delle prossime elezioni, tutt'ora (è meglio ricordarlo) previste per la fine di maggio, bisogna giungere all'approvazione prima dell'indizione dei comizi elettorali. Sessanta giorni prima della data delle elezioni, previste, salvo rinvio, per il 26 e 27 maggio prossimo. Ieri, a dire il vero, un passo avanti s'è fatto. Il vertice di maggioranza ha partorito un maxi emendamento che dovrebbe finire per “sostituire” gli oltre duecento emendamenti rimasti in piedi dopo la verifica della prima Commissione. Il testo prevede il rinvio delle elezioni, e il commissariamento delle Province fino alla data massima del 31 dicembre 2013. Quindi l'abolizione dell'ente, che verrebbe sostituito dai Consorzi dei Comuni e dalle tre città metropolitane. E, dato fondamentale, l'elezione “di secondo livello” per i rappresentanti: ovvero non saranno le urne, ma le assemblee dei sindaci a scegliere propri rappresentanti. Ma anche questo accordo potrebbe non essere sufficiente.

Perché intanto le lancette dell'orologio continuano a girare. E proprio il presidente della Commissione affari istituzionali Marco Forzese ha messo in guardia nei confronti di due pericoli, molto concreti. Il primo è quello di una possibile impugnativa del Commissario dello Stato. Il ddl che giungerà in Aula non è quello in qualche modo “concertato” dallos stesso Forzese con Carmelo Aronica. L'altro, molto più “imminente” è quello dell'ostruzionismo in Aula da parte delle opposizioni, che, sintetizzando al massimo la varietà di posizione espresse, puntava a una riduzione dei costi della politica, all'accorpamento di alcune funzioni, ma mantenendo la “rappresentatività democratica” garantita dall'ente intermedio.

Anzi, per alcuni esponenti del centrodestra, la riforma del governo Crocetta potrebbe finire per tradursi in una “presa in giro epocale". “Attualmente in Sicilia – spiega il coordinatore provinciale del Pdl di Enna, Edoardo Leanza - ci sono 9 Province, di cui 3 sono Province metropolitane. Con il disegno di legge 'Crocetta', che stabilisce che il territorio dei liberi consorzi debba comprendere una popolazione di almeno 150.000 abitanti, si potrebbe potenzialmente arrivare alla nascita di 33 liberi Consorzi a cui si aggiungerebbero le 3 Città metropolitane. Altro che semplificazione - aggiunge Leanza - siamo di fronte alla nuova proliferazione di enti”.

E che il clima tra maggioranza e opposizione sia già molto caldo, lo conferma la dichiarazione di un altro esponente del Pdl, Nino Germanà, che attacca il segretario regionale dell'Udc Gianpiero D'Alia: “D'alia – dice Germanà - ormai è costretto a piegarsi e ad assecondare, sempre e comunque, il presidente della Regione. Sono convinto che anche lui sia contrario al ddl per l'abolizione delle Province perché farà lievitare esponenzialmente la spesa pubblica, creando inoltre disservizi alla cittadinanza e conflitti di competenze”.

Ma l'opposizione, in questo caso, fa il suo mestiere. Ad allungare le ombre sul ddl, però, sono gli stessi partiti di maggioranza: “Resta il rischio – ha detto il capogruppo del Pd Baldo Gucciardi - di tentativi da parte dell’opposizione di insabbiare il testo sulle Province. Mi auguro che su un tema importante come questo, mentre l’Italia ci guarda e si aspetta la riforma, ognuno sappia assumersi le proprie responsabilità senza nascondersi dietro il voto segreto". Per insabbiare il ddl, però, l'opposizione non basta. E il richiamo di Gucciardi al “voto segreto” è chiaro indice di qualcos'altro. Che motivo avrebbe , un'opposizione già pubblicamente critica, a torto o a ragione, nei confronti della riforma, di nascondere questo “no” dietro il voto segreto? Il rischio paventato da Gucciardi, infatti, è un altro: che la riforma venga affossata dal fuoco amico. Da esponenti della stessa maggioranza, dove non mancherebbero “i mal di pancia”. “Nessun partito, oggi – dichiara un esponente dei partiti che sostengono il governo Crocetta – può dirsi certo di non avere, tra le sue fila, qualche possibile 'franco tiratore'”. Pronto a mirare verso l'abolizione delle Province. Verso il rinvio delle elezioni. Così da lasciare tutto com'è. Identica legge, e province uguali al passato. Tramutando così gli annunci di una riforma storica in un enorme “bluff” istituzionale.

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