"Qualche decennio fa l'argomento avrebbe trovato gli uomini di chiesa o imbarazzati o assenti - ha aggiunto monsignor Mogavero - per riluttanza o perché si sarebbe finiti sul banco degli imputati; un imbarazzato silenzio che adombrava un'indebita vicinanza con ambienti mafiosi. Questo vento nuovo che spira da più di 10 anni è stato anche sancito dalla testimonianza cruenta di uomini di chiesa e non. La Chiesa e la società civile insistono sullo stesso territorio e sul piano dei valori non possono trovarsi su piani contrapposti". Monsignor Mogavero ha ricordato i discorsi ufficiali della Chiesa schierata contro la mafia, da quello di Papa Wojtyla nel 1993 ad Agrigento a quello di "Benedetto XIV che due anni fa si è schierato sulla linea della inconciliabilità tra la mafia e la scelta cristiana", ai documenti, come quello dei vescovi italiani del 2010 o il Manifesto Social religioso sul riconoscimento del martirio di don Pino Puglisi che il 25 maggio sarà proclamato beato, "un evento che ci commuove e ci impegna perché ha segnato una tappa importante e luminosissima del cammino di redenzione della chiesa siciliana". Numerose le domande degli studenti presenti e collegati in videoconferenza.
Tra le tante questioni rivolte a monsignor Domenico Mogavero, la richiesta di chiarimento su "come si concilia il messaggio della Chiesa con la politica dello Ior". "Certi atteggiamenti non sempre chiarissimi delle nostre autorità ecclesiastiche hanno dato adito a molti dubbi - ha risposto il vescovo - ma da qui a pensare che nel Vaticano ci sia un centro di riciclaggio ce ne vuole, alcuni elementi hanno indotto a giudizi frettolosi. La resistenza di talune autorità eviterebbe forse un giudizio di collusione". Interpellato poi sull'uso della simbologia cristiana da parte dei boss mafiosi, il vescovo di Mazara del Vallo ha detto: "Condanno chi con parvenza di esteriorità pensa di saldare così i suoi debiti con la società e la sua coscienza; l'importante è non rimanere oggi a bocca chiusa di fronte a fatti e persone che notoriamente per i loro comportamenti non possono trovare nessun avallo. Certe affermazioni del passato non sono lo specchio di tutta la chiesa - ha aggiunto monsignor Mogavero - siamo debitori della cultura del tempo e dei nostri contemporanei; oggi penso ai vescovi della Calabria, della Puglia e della Campania che testimoniano il cambiamento di una società civile che non si vuole rassegnare".
(da www.livesicilia.it)
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