Ho un
Sogno: Fare Amare il Territorio dove Vivo.
Lettera
aperta
Il
comprensorio che si estende dalle
Madonie alle Vallate del fiume Himera, in questi venti anni passati è riuscito
ad avviare diverse iniziative che hanno permesso allo stesso di avere un ruolo
attivo nella programmazione e attuazione delle politiche dello Stato, della
Regione e della Comunità Europea, che con i loro finanziamenti hanno permesso
sia agli enti pubblici che ai privati di realizzare opere pubbliche ed attività
imprenditoriali che oggi offrono servizi ed opportunità di Lavoro, qualificando la qualità della vita e
permettendo nel contempo di arginare il fenomeno dell'immigrazione.
Basta
leggere i vari interventi, le relazioni, le proposte e i convegni fatti in
questi anni, per comprendere il
dinamismo culturale e sociale che la classe politica e dirigente di questa
“Città a Rete” che stiamo costruendo ha
ed ha avuto.
Nel
contesto politico-amministrativo dove sono cresciuto e dove ho maturato una mia
sensibilità ambientale, sociale ed economica, ho cercato di dare il mio
contributo, consapevole che questo comprensorio può crescere solo se si lavora
insieme, dal piccolo comune al grande centro urbano, valorizzando le
peculiarità di ogni comunità, superando i campanilismi e le mediocrità
personali, dando il giusto valore alle risorse ambientali, monumentali,
storico-culturali e a quelle umane. Infatti, solo se saremo capici di
capitalizzare le varie idee e i progetti che
in questi anni abbiamo proposto, riusciremo ad invertire questa
pericolosa tendenza allo spopolamento, non solo umano ma anche culturale ed
intellettuale del nostro comprensorio.
Molte
cose si sono realizzate, altre sono in fase di realizzazione, vedi Pist,
distretti Turistici, piano della mobilità. Qualche anno fa nel 2008, firmando
da Sindaco di Castelbuono, pubblicai una lettera aperta “Il Futuro che
Vogliamo”, che vide aprire un costruttivo dibattito di diversi soggetti
istituzionali che arricchirono quelle mia riflessione, (quell'intervento si può
rileggere su Castelbuono.org cercando nell'archivio) oggi intervengo per
esprimere altre idee, che lette come riflessioni propositive auspico possano
servire per contribuire a dare nuove opportunità al nostro comprensorio.
Comprendo
che la sfida che abbiamo davanti è grande, la crisi politica ed economica che
sta attraversando la nostra Nazione e Regione, ti porta allo scoramento e a
pensare di rifugiarti dentro una politica di assistenza e di attesa. Spero che
non si ripercorrono gli errori del passato, da questa crisi a mio modesto
avviso si esce se sapremo rifondare il nostro stile di vita e se sapremo
riconvertire la nostra economia, non più
assistita ( il socialismo reale dopo l'Unione Sovietica solo in Sicilia) ma
dando a tutti e ad ognuno in particolare, la possibilità di potere realizzare
le proprie idee, legittime e desiderate. Per realizzare tutto ciò la politica e
la classe dirigente deve fare la sua parte, mettendosi senza paura del
confronto a capo di un processo di cambiamento, dal dinamismo nasceranno idee e
progetti: io voglio dare il mio contributo.
Le
idee che di seguito espliciterò, nascono dalla conoscenza del territorio e
dalla volontà di fare diventare risorsa quello che oggi abbiamo anche abbandonato.
La
Diga di Blufi: questo mostro voluto dalla politica clientelare ed affaristica
di diversi anni fa, che sperperando
miliardi di Lira, ha distrutto un territorio, violentando vallate ed ecosistemi
ambientali unici, oggi quest'opera rimane abbandonata e ignorata da tutti. La
proposta che intendo fare è quella di trasformare il cantiere chiuso,
mettendolo in sicurezza, in un' aula didattica all'aperto, coinvolgendo dei
giovani Ingegneri, Idraulici, Geologi, Geometri e guide Turistiche, che opportunamente
formati propongano dei percorsi didattici, invitando sia le università, le
scuole superiori del settore costruzioni, a visitare questo “cantiere aperto”
per vedere come si realizza una diga. Costruire pacchetti turistici per tutti
coloro che vogliono vivere il fascino di trovarsi dentro una vallata che ha
delle sue peculiarità ambientali di flora, di emergenze storiche (vecchi
Mulini, case contadine, ) che sarebbero state cancellate con l'invasamento
della Diga. Si potrebbe realizzare un complesso edilizio per allestire delle
aule per vivere il cantiere o aule multimediali dove simulare la vita di una
diga.
Inoltre, nella galleria che attraversa il blocco
montuoso delle Madonie, che collega i due versanti,si potrebbe realizzare un
percorso naturalistico. Galleria che doveva portare acqua nella nascente diga,
rimasta incompiuta, che segna un' altra “ferita” dentro il nostro Parco , ma
che oggi se illuminata, messa in
sicurezza e con percorsi interni, può diventare una opportunità, favorendo con
una gestione controllata la fruizione di
luoghi unici. Ritengo che questa idea possa creare un turismo didattico,
ambientale, quello dell'avventura e della fantasia, creando posti di lavoro
diretti e dell'indotto. Inoltre, potremmo chiedere all'Ente Parco, di istituire
insieme all'Arpa e all'Assessorato Territorio e Ambiente, una rassegna biennale
di cortometraggi sui disastri ambientali causati dalla costruzione di dighe, o
dalle trasformazioni dei corsi d'acqua, volute dall'uomo. Inoltre, non bisogna
dimenticare che a Blufi vi è un importante Santuario, La Madonna dell'Olio che
si potrebbe collegare con gli altri due
Santuari esistenti nel nostro territorio,
quello di Gibilmanna e quello
della Madonna dell'Alto, creando un percorso di fede.
L'altra
idea che vorrei presentare, investe la comunità di Scillato, comune
strategicamente posizionato su una delle vie di comunicazione più importanti
della Sicilia, l'autostrada Palermo Caltanissetta, Enna, Catania, senza
dimenticare che per raggiungere Agrigento, Siracusa, o Ragusa da Palermo e
viceversa bisogna transitare su quella importante arteria autostradale.
Considerato
il bellissimo ed ancora integro nucleo urbano,
recuperiamolo predisponendo i fabbricati esistenti per ospitare le
migliori e prestigiose firme della moda, dell'arredamento, delle attrezzature
elettroniche ed informatiche, integrando con spazi dedicati ai prodotti di
qualità, biologiche e biodinamiche, insediando
dei ristoranti stellati, cibo di strada di qualità, aeree culturali e ricreative, ne nascerebbe così un vero
naturale e qualificato centro commerciale.
Riqualifichiamo
un centro urbano, non bruciamo territorio, creiamo occupazione, facciamo vivere
i colori, i sapori e la storia di un
popolo, che della cordialità ed accoglienza ne ha fatto sempre un punto di
forza.
Come
spesso ci ricordiamo quando giornalmente parliamo tra di noi, la nostra
Sicilia, può vivere di turismo solo
riuscendo a dare i giusti servizi, nei trasporti, nella sanità, nella gestione
dei rifiuti, nel servizio idrico, negli impianti sportivi e nell'offerta
culturale (teatro, musica), riqualificando il territorio sul piano ambientale,
urbanistico, ed energetico.
Partendo
da queste considerazioni, di seguito rappresenterò altre idee, che a mio
parere, possono favorire la presenza
turistica nel nostro comprensorio. Riconvertire la zona industriale di Termini
Imerese, dando l'opportunità di costruire alberghi, infrastrutture e servizi
per il turista, rimane sicuramente uno degli interventi più importanti, sia come
investimento economico, che come impatto ambientale, potremmo offrire una
spiaggia che inizi da Termini e finisca a Pollina. Inoltre, bisogna investire
con urgenza, nel ripascimento delle nostre spiagge, infatti, continuando a
trascurare questo fenomeno, le nostre spiagge scompariranno e i turisti
cercheranno altri lidi. Su questi interventi, ritengo bisogna coinvolgere
imprese private, che hanno anche la capacità di mantenere l'opera negli anni
futuri. E' opportuno avere una politica comune per la gestione delle spiagge e
dei lidi, auspicando che possano essere accessibili anche ai diversamente
abili, gestire insieme le zone
urbanizzate che costeggiano il mare, istituendo zone a traffico
limitato, ticket per i servizi resi e una politica ambientale energetica
condivisa. Inoltre, parlando di turismo non si può prescindere nel pensare al
turismo della terza età e a quello dei soggetti diversamente abili, che hanno
come prima esigenza un' eccellente assistenza sanitaria: l'idea è di
trasformare tutta la parte vuota dei fabbricati dove sorge l'ospedale di
Petralia Sottana in residenza turistica , si avrà un'assistenza sanitaria 24
ore al giorno si può attivare un centro benessere, si può utilizzare la vicina
piscina e fare attività ricreative in un territorio incontaminato, con un ricco
patrimonio monumentale, artistico ed ambientale, senza dimenticare che viviamo
in un territorio, dove il clima ci permette di fare attività esterne per molti
mesi durante l'anno, che può attrarre un turismo internazionale e nord Europeo,
dove il clima sicuramente è più rigido. E ancora, se si vuole un turismo di
qualità, bisogna offrire ottimi prodotti dell'agricoltura, certificati
biologici o biodinamici; tutto ciò è possibile nel nostro territorio, infatti,
le produzioni agroalimentari del nostro comprensorio hanno questi
requisiti, bisogna solo ottimizzare la
loro produzione, la logistica e la commercializzazione, in tal senso un ruolo
importante lo può svolgere, oltre al mercato ortofrutticolo di prossima
realizzazione a Campofelice, il centro servizi di Valledolmo dove si possono
attivare dei laboratori didattici per le scuole, associazioni, università,
ospedali, dando la possibilità a tutti gli attori interessati e ai singoli
cittadini, di comprendere come si evolvono le fasi di produzione dei prodotti
che normalmente consumiamo, nelle nostre famiglie, scoprendo come la qualità
alimentare migliora la qualità della vita. Qualità di vita che molte volte
viene travolta da problemi di salute, che affliggono tutti noi, vedi bulimia e
anoressia, questa malattia investe molti giovani , mentre centri di cura ne esistono pochi e la maggior parte si
trovano al nord. L'idea già avviata è quella di trasformare l' ex Albergo
Milocca, di proprietà della Provincia Regionale di Palermo, sito a piano
Castagna, a Castelbuono, in un centro di recupero per queste patologie.
Un'
altra tipologia di intervento utile al nostro territorio, è di creare le
condizioni per rendere vivibile e confortevoli i nostri centri storici,
offrendo delle opportunità urbanistiche, che permettano la copertura di alcune
strade e Piazze, creando degli spazi coperti, che ti danno la possibilità di
fruire con qualsiasi clima i nostri centri storici, immaginiamoci la copertura
della Piazza difronte al Municipio di Petralia Soprana, Piazza Commercio a
Campofelice , Via Arco Mante a Castelbuono, la Piazza principale di Geraci o il
corso di Gangi.
Infine,
non si può dibattere delle Madonie, se non si affronta la problematica di piano
Zucchi e Piano Battaglia, con il
recupero delle cave abbandonate di Polizzi Generosa. Tutti ci ricordiamo come
l'idea di valorizzare quel territorio, ha sempre avuto una priorità nell'agenda
politica del comprensorio.
Fino
ad oggi però non si è trovata la soluzione per fare vivere quelle località, nel
pieno rispetto dell'ambiente e dell'eco
sistema naturale. Nei decenni passati, abbiamo assistito ad un assalto di
persone, che hanno solo maltrattato quel
territorio, chi invece ha investito realizzando la propria abitazione,
non ha rispettato nessun piano urbanistico, il risultato è che oggi ci viene consegnato un territorio degradato,
dove molti edifici sono abbandonati, o peggio ancora fatiscenti, ridotti in
ruderi. Le cave invece, sono rimaste ferite, in un territorio di grande
ricchezza ambientale e di biodiversità.
La
proposta, che voglio sottoporre al confronto, so che sarà vista come un' idea
megalomane e irrealizzabile, invito tutti però ad una attenta riflessione,
sia politica, che tecnica- urbanistica,
politica: voglio ricordare, una generazione si distingue, se riesce a lasciare
segni tangibili del suo passaggio e della sua attività; oggi assistiamo che
oltre a creare mostri, e danni ambientali, i più lungimiranti sono riusciti a
conservare e valorizzare quello che i nostri antenati sono riusciti a
costruire, che i nostri nonni e padri non hanno distrutto. E' poco per una
generazione che ha inventato tecnologie super sofisticate, in molti campi, che
vive trasformazioni culturali e sociali
che segneranno il destino e la storia delle future generazioni.
Le
cave si potranno utilizzare come aree a campeggio, a parcheggio, costruendo
musei all'aperto delle tradizioni
storico, ambientali delle Madonie.
Piano
Zucchi deve diventare un borgo vissuto, predisponendo un progetto di
insediamento urbano, con una
pianificazione urbanistica, che metta le fondamenta per costruire un nuovo
nucleo urbano, di cinquecento abitanti,
con tutte le tecnologie più moderne, imponendo una edilizia eco compatibile,
con un' architettura che favorisca il risparmio e l' efficientamento
energetico. Questo insediamento ritengo si possa localizzare nella zona
circostante la Chiesa già esistente, abbattendo tutte quelle costruzioni che
sono in abbandono o che deturpano il territorio rinaturalizzando i siti
liberati..
Tutto
ciò in considerazione anche al nascente centro astronomico, che vedrà la
presenza di studiosi e scienziati, di tutto il mondo. Un nucleo abitativo con
queste caratteristiche, attrarrà artisti, intellettuali, poeti, scrittori che
vogliono lavorare e vivere in un luogo singolare, ma che si affaccia al mondo
con le più moderne tecnologie; solo così a mio parere si rilancerà Piano Zucchi
e Piano Battaglia, infatti, se riflettiamo e analizziamo come vivono i centri
montani dove insistono impianti sportivi, o di svago, notiamo che tutti hanno
un nucleo urbano, che fa parte integrante del sistema. In questo modo, il
sistema dei servizi e dell'offerta turistica convivono, sia i residenti che gli
ospiti richiedono qualità ed efficienza, che deve essere offerta tutti i
giorni,“costringendo” la pubblica amministrazione ad una gestione costante dei
servizi e del territorio.
Ho voluto rappresentare queste idee, convinto
che se continueremo come abbiamo fatto
in questi anni, ad avviare seri progetti, daremo la possibilità al territorio
di diventare un laboratorio di cose da realizzare, molti saranno i settori coinvolti, l'artigianato, l'agricoltura, le
professioni e il mondo del Lavoro e senza farneticare o sognare ad occhi aperti,
se saremo capaci di governare questi grandi cambiamenti, chiedendo alla
politica romana e palermitana di ascoltarci e di non fuggire, riqualificheremo
un territorio, lo valorizzeremo, creeremo Lavoro diretto e indotto. Non starò a
quantificare con proiezioni scientifiche, ma penso che a pieno regime si creeranno da tremila a cinquemila posti di
lavoro stabili, senza il ricatto del
grande industriale, ma creando un sistema che si auto alimenta, in un percorso
virtuoso, solidale, partecipato come è nella tradizione imprenditoriale della
nostra Italia, dove le piccole e medie imprese avevano un ruolo non soltanto
produttivo ed economico ma anche sociale.
Una
riflessione finale è d' obbligo, negli ultimi anni, da parte di alcuni
amministratori sta emergendo un campanilismo, che porta a chiudersi dentro il
recinto della propria comunità, privilegiando l'interesse del proprio comune a
discapito di quello comprensoriale. Tutto ciò a mio parere mortificherà la
progettualità futura, si deve lavorare affinché si ritorni alla politica
condivisa, favorendo percorsi di solidarietà territoriale tra comunità più
dinamiche della zona costiera, e quelle che stanno subendo lo spopolamento,
infatti, a mio parere solo interagendo tra i territori, in un progetto
culturale, sociale, economico comune, le future generazioni, possono sperare se
lo vogliono, di vivere in questi territori.
Un
aspetto che non bisogna dimenticare è che dobbiamo attrezzarci per interloquire
con la politica regionale e nazionale, molto distratta nello studio di alchimie
istituzionali ed economiche, lontana nel
dare risposte alle problematiche reali che vivono i territori e le
comunità locali, favorendo così l'inaridimento sociale che sfocia in
intolleranza ed egoismo.
La
fase politica e sociale è delicata, tocca a noi prendere in mano il nostro
futuro, non affidando delega in bianco a
nessuno.
Io
credo che si può vivere e produrre in questa nostra bella terra. La Sicilia
bisogna amarla, senza soffocarla, le Madonie ancora una volta devono fare la
propria parte.
Queste
sono alcune proposte, molte altre se ne possono fare, sono convinto che con il
contributo di tutti, molti sogni diventeranno realtà.
Cordiali Saluti.
Castelbuono, 12 Maggio 2013
Mario
Cicero
Caro Mario,
RispondiEliminasolo oggi ho avuto l'opportunità di leggere questa tua lunga e meticolosa lettera aperta. E' un documento che manifesta una visione integrata, a 360° del territorio di una buona fetta di Sicilia, che si estende dalle alte Madonie fino alla costa nord-centrale dell'isola. Il documento, ricchissimo di proposte concrete e propositive, non sembra proprio scritto da un politico di oggi. Noi cittadini, infatti, siamo ormai abituati ad incontrare figure di politici e di amministratori apatici, limitati intellettualmente, che portano avanti il loro mandato alla giornata, sempre indecisi e procrastinatori, continuamente con le braccia aperte perchè chi sta oltre (Regione, Stato, Europa) non fornisce loro i mezzi sufficienti: insomma è gente lagnosa, senza fantasia e sicuramente con poca voglia di fare.
Tu, sicuramente, sei un'eccezione, perchè sei capace di esprimere "sogni" di pragmatismo. Ce ne complimentiamo in perfetta onestà di pensiero.